• Casa di bambola

    Henrick Ibsen (20 marzo 1828- 23 maggio 1906)

     

    Nora, la protagonista femminile è una donna che si comporta come una bambina capricciosa che gioca, si diverte  e si rabbuia per futili motivi ...

     

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    Il mutamento e la presa di coscienza di Nora avvengono improvvisamente quando si rende conto che suo marito non è in realtà quella nobile creatura che lei sperava che fosse e che il proprio ruolo, in quel matrimonio durato 8 anni, è stato quello di una semplice e bella marionetta costretta a vivere in una casa di bambola, come aveva d'altronde fatto anche nella casa del padre.

     

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    Helmer , il marito, la chiama incessantemente 'lucherino', considerandola alla stessa stregua di un'animale domestico molto rumoroso e vivace.
    Nora è ricattata da Krogstad a causa di un prestito illecito che lei aveva contratto, falsificando la firma del padre, per salvare la vita di suo marito.

     

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    Quando suo marito Helmer scopre il fatto, viene assalito dall'ansia e dal tormento di perdere la propria reputazione. Quest'angoscia annebbia ogni altro pensiero e, in preda alla disperazione, dichiara a Nora che allontanerà quella che ora egli considera una indegna moglie dalla cura dei suoi figli, senza riconoscere che il gesto anche se compromettente, era stato dettato dall'amore per lui.

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    Grazie all'intervento di un'amica di Nora, che dichiara a Krogstad di volersi sposare con lui, il ricatto che minacciava la famiglia della protagonista cessa. Helmer, appena appresa la felice notizia, si rallegra per la propria salvezza e perdona all'istante sua moglie.

     

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    Per Nora, però, la vita non può ritornare ad essere quella di prima: è troppo tardi. Tutte le sue illusioni sono state tradite e le sue certezze infrante. Ella decide, quindi, di abbandonare suo marito in cerca della sua vera identità e, come dice lei stessa ad Helmer, per 'riflettere col mio cervello e rendermi chiaramente conto di tutte le cose'.

     

     

     

     

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